venerdì 1 aprile 2016

L'ultima presa in giro, da 1000 euro a 500 a 230 in soli 3 mesi.




Non scrivo da un po', dal mese di Novembre del 2015, per l'esattezza.
Sì, perchè nei periodi "brutti" è quasi fisiologico sfogarsi e buttare giù due righe, ma quando le cose vanno meglio....

Cosa è successo?
semplice, facile, tragico:
A dicembre 2015 mando una richiesta informale di info ad un conoscente (proprietario di azienda nota a livello nazionale nel campo dell'editoria), in soldoni gli chiedo se abbia da indirizzarmi o passarmi contatti reali per trovare un lavoro degno di questo nome.
Lui lì per lì non mi fornisce nulla di tutto ciò, però dopo quasi 48 ore mi chiama al telefono dicendomi che potrei lavorare con lui, nella sua azienda, con un posto di responsabilità anche parecchio importante.
Le referenze le ho, in linea teorica posso svolgere ( con le dovute limature ) la mansione in maniera più che degna.

Entusiasmo a mille, immaginatelo, finalmente dopo mesi la possibilità di far qualcosa, di avere qualche soldo in tasca e magari cominciare a tornare a sognare in grande, per me e mia figlia.

Il sogno si infrange già dopo 2 settimane, quando il mio "nuovo" datore di lavoro mi comunica che a causa di errati investimenti deve diminuire le spese e non potrà darmi i 1000 euro al mese pattuiti e che dovrò accontentarmi della metà ( meno della metà, ci son le tasse), ossia 500€ ( che diventano 400).

nel mese di febbraio però ci accorgiamo di alcune difficoltà, così si stabilisce che io debba fare un mini stage presso un distributore (nonchè socio dell'azienda).
Parto con rinnovata fiducia ed entusiasmo, crescerò professionalmente, occasione unica.
Macchè
Lo stage si rivela una buffonata e il distributore non è molto disponibile ad insegnarmi alcunchè.
Prendo di mira i suoi dipendenti e mi fo spiegare tutto ciò che devo sapere da loro con domande a raffica.

Torno a casa e dopo qualche giorno il mio datore di lavoro mi chiama dicendomi che è meglio che mi si cambi di mansione perchè quella è soggetta a tagli, più altre mille scuse che mi coinvolgono a livello personale senza prove di alcun genere.

Ultima proposta: Lavorare alla grafica ( cosa che già facevo inclusa nel forfait di 500/400 mensili) ma a cottimo. Mi chiede di fargli un prezzo.
Lo fo, onesto, senza gonfiare. Lui accetta.
Ok, manterrò un certo stipendio, meglio che nulla, ingoio le offese personali ma penso alla pagnotta.
Comincio la nuova mansione, dopo una settimana mi scrive per mail lamentandosi che il prezzo ad ora non gli va bene e mi fa una controproposta di 230 euro mensili.

notate la china discendente 1000-500-230

a quel punto io non accetto e pur facendo un'altra proposta, lui chiude le comunicazioni e non risponde più.

Conclusione: 3 mesi buttati, soldi pochi, illusioni tante e sono di nuovo punto e a capo.
In più ho il pc danneggiato e non ho come ripararlo.

Che bella che è la vita, a 43 anni ( tra un mese) e si ricomincia.
Ancora.


In fede


Bruno
(di nuovo) Superdisoccupato

lunedì 16 novembre 2015

Non è buonismo, tutt’altro...



Quando leggo su Facebook o su Twitter commenti ad alcune notizie o status inneggianti la chiusura delle frontiere, l’affondamento dei barconi o tutte quelle stupidate “leghiste”dal retrogusto interventista, io mi incazzo.
Per carità, ognuno ha diritto ad una sua opinione, magari anche ad esprimerla, ma sapete che c’è?
Se io so di non sapere un argomento in genere taccio.
Quando leggo gente che straparla (stra-scrive), io mi incazzo, però sul serio.

Ogni volta che magari, armato di pazienza, provo a parlare con costoro, commentando, mi si definisce “Buonista” pensando così di epitetarmi, di chiudermi in una categoria, in una scatoletta e mettermi da parte con la bocca chiusa.
Non sono un buonista. Chiariamolo. Nemmeno un completo pacifista.
Dopo gli attentati di Parigi, ho esortato chiunque tra i miei contatti Facebook avesse idee anti-immigrati ad autoeliminarsi dalla mia “Lista amici”.
Qualcuno lo ha fatto.
Non ne sono felice, ma io non condivido affatto certe idee, anche se provengono da amici che in passato han fatto qualcosa per me, anche se son sicuro siano brave persone...
Gente che però odia l’immigrato ma si riempie il diario della Home di foto di gattini.
Gente che vota la pseudo-sinistra ma poi bestemmia per arrivare a fine mese, sommersa di tasse e col mercato in crisi.
Gente che vive solo di ricordi di un mondo che non c’è più e non è in grado di vivere il domani.
Gente che utilizza come unico metodo di dialogo lo sfottò, senza mai davvero confrontarsi sui contenuti. Gente che non vota e poi si incazza.
Gente che dice “tanto il voto è una presa in giro” che magari è anche vero, ma solo quando non hanno mai votato col cervello acceso e non possono più sedersi comodi da quanto gli brucia il culo.
Ho pena per loro.
Vorrei chiarire con costoro, ma devo pensare a me e mia figlia e vado avanti
Io sono un idealista, questo si.
Credo in certi valori e morirei per essi.
Morirei, si, l’ho detto, e vorrei che mia figlia imparasse almeno questo da suo padre.
Però, contrariamente a queste persone, io un po’ di storia la conosco, magari di livello scolastico, ma la scorro sempre in mente prima di sparare cazzate xenofobe.
Sono per l’accoglienza, non solo per una questione di solidarietà umana, ma anche per un senso di debito “storico” nei confronti delle regioni da cui proviene questa massa di disperati, perchè il loro destino infausto lo abbiamo provocato noi “società civili” occidentali.
il Colonialismo di fine 800-900, lo dimentichiamo?

L’imperialismo, lo sfruttamento delle risorse senza soluzione di continuità, le guerre falsamente giustificate sotto la bandiera delle democrazia, il pilotaggio remoto delle primavere arabe, il conflitto tra israele e i palestinesi, le guerre del golfo, i golpe della CIA e tutte quelle belle porcate che l’Occidente ha fatto o permesso o di cui si è reso complice.
Chi si fa i soldi vendendo armi in quei paesi del medio-oriente o in africa?
Sapete che l’italia è uno dei principali produttori di mine anti-uomo del mondo?
Lo avete capito che Babbo Natale e Dio sono due belle invenzioni commerciali?
La storia moderna non si è mai espressa in un evento locale isolato, ma in un complesso meccanismo globale dove tutto ciò che succede è collegato ad altro, anche se avviene a migliaia di km di distanza, ed il fatto che VOI non lo sappiate non implica che non sia un fatto reale.


Noi dobbiamo a queste persone la nostra ricchezza e, cari amici, la Terza guerra mondiale di cui si parla in questi giorni non è altro che la rivolta dei poveri contro i ricchi del mondo.
Ed è nient’altro che lo stesso conflitto, su scala mondiale, che avviene in piccolo nel nostro quotidiano, con enormi disparità sociali e governi fintamente democratici, votati al capitalismo e alla connivenza col sistema economico più orrendo e ferocemente speculativo che potessimo creare.

I poveri del mondo si sono incazzati, li abbiamo utilizzati per troppo tempo, li abbiamo armati per i nostri scopi e mo’ son cazzi.
La storia è ciclica.
La guerra non è mai stata sconfitta, la tanto sbandierata pace europea è solo una fuffa, così come la democrazia, come in passato è accaduto riaccadrà ancora e la guerra farà nuovamente la sua comparsa sulla scena, anche se non lo vogliamo.

I terroristi dobbiamo fermarli, questo è fuori discussione, ma non nascondiamo le nostre responsabilità, come sistema civile ne abbiamo e sono tante e pesanti. 
Chiudete le frontiere se volete, tanto gli attentatori di Parigi provenivano dalle banlieue...
Il film “L’odio” lo avete mai visto? 
Fatelo, lo consiglio. 
Mentre lo fate, pensate pure che quelle realtà le abbiamo già anche in italia e tra qualche anno saranno molto più consolidate e trepidanti di riscatto. 
Volete sapere una cosa? 
Di gente arrabiata, ai margini della società, ce n’è di tutte le razze e di tutte le religioni. 
Il fanatismo non è altro che una suonata di tromba che dà la carica. 
La religione, quella vera, non c’entra nulla. 
E sì, dobbiamo fermare le decapitazioni, le lapidazioni, le torture, ma sul serio, non perchè lo dice il presidente di una “democrazia” dove ancora vige la pena di morte e la tortura nelle carceri militari o la violenza gratutita della polizia per strada.
 
Io buonista? 
Ma non è che siete voi ad essere un po’ qualunquisti ed ignoranti? 
 
Lunga vita (se ce la fate) e prosperità (se vi staccate dal pc)

mercoledì 23 settembre 2015

La telefonata...



La telefonata che non c'è stata dovrei dire...

Da due giorni ricevo la chiamata dalla Segreteria della Presidenza della Camera dei Deputati, cioè dallo staff di Laura Boldrini.
Per motivi vari, non riesco a prendere la telefonata, poi un messaggio nella segreteria del cellulare mi convince a richiamare io stesso.
Dopo un paio di "richiami dopo, la Presidente è impegnata" riesco finalmente a parlare con la sua segretaria personale però.
Per carità, gentilissima, comprende bene quel che dico, apre la telefonata con un dispiaciuto anche se perentorio "noi però non possiamo trovarle lavoro"...
Lo so, non ho scambiato la Camera dei deputati per un ufficio di collocamento, il fine delle mie mail è un altro:
Sensibilizzare, spingere i nostri politici a dedicarsi con maggiore coesione ed urgenza alla questione del reddito di cittadinanza.
Spiego alla gentilissima Segretaria le mie ragioni, pacatamente, argomentando, raccontando in sintesi vari accadimenti personali per poter esporre un'unico, tragico concetto: non si può pretendere nulla dai cittadini indigenti se non si dà altrettanto.
Tutte le manovre recenti, per sistemare il diritto al lavoro e tutto ciò che gravita attorno ad esso, sono palliativi di circostanza che tagliano letteralmente le gambe a non poche categorie di persone, in genere già precarie e condannate al disagio economico.
Leggi per moderati, appunto, che in Italia, da sempre, sono gli elettori con un lavoro o quasi, gente che in genere non mangia alla Caritas, ecco...
Un andazzo che prima o poi sfocierà in rabbia, convogliando (mi auguro di no) in eversione o quantomeno in stravolgimenti politici che il sistema attuale di certo non gradirà.
A me frega poco.
Non ho niente.
Può anche rovesciarsi il mondo, io peggio di così non posso vivere.

La telefonata si chiude con auguri reciproci e saluti vari.
Utilità zero per entrambe le parti.
In più la Boldrini non son riuscito a sentirla.

La mia idea di spostare le mie rimostranze davanti Montecitorio si fa sempre più pressante.
Il sindaco Vailati ( è lui, mo' lo dico pubblicamente) non ha mai risposto, probabilmente non legge le mail, oppure se ne strafrega...

In attesa di aggiornamenti e news sulla faccenda....

In fede:

Bruno, Superdisoccupato

giovedì 17 settembre 2015

L'unica risposta ...finora



Finora il mio post di ieri non ha avuto alcun effetto se non un centinaio di visite in più al blog e una sola risposta alle decine di mail che ho inviato a politici, testate giornalistiche, bloggers.
La risposta è arrivata da Pippo Civati (che ringrazio), che tramite il suo staff mi dice:



"Buongiorno Bruno

Grazie per la mail. La sua analisi è (purtroppo) corretta e la condividiamo profondamente: in Italia non esistono forme di sostegno al reddito che siano davvero universali. Ci stiamo battendo per costituire un fronte parlamentare che sostenga una proposta che vada in questa direzione, ma purtroppo il governo ha vedute di fatto opposte. 

Le faccio un sincero in bocca al lupo. Cordiali saluti "


Io resto in ascolto, ma quello che voglio davvero è un confronto faccia a faccia con una certa parte politica di maggioranza.
Ho così tanta rabbia dentro, da qualche parte dovrò sfogarla.

mercoledì 16 settembre 2015

Lo Stato smemorato




E' vero, lo Stato si ricorda dei poveri, dei disoccupati, dei precari, degli indigenti solo quando c'è da pagare.

Mi arriva l'ennesima cartella con tributi arretrati che non potrò pagare finchè non avrò un lavoro vero.
Ecco la mia risposta ad un sindaco di un paese della Bassa, in provincia di Cremona ( ho omesso i nomi e gli indirizzi per tutelare la privacy, per adesso) :


Alla cortese attenzione di

XXXXXXXXXXX
Sindaco di XXXXXX


Salve
Mi chiamo XXXXX Bruno XXXXXX (in arte Superdisoccupato).

Perdoni in anticipo il tono poco ufficiale di questa lettera, così come lo stile molto prosaico della scrittura, ma purtroppo le circostanze che mi impongono di comunicare con Lei sono tali da non consentirmi altri metodi che risultino più diretti ed efficaci, pur non venendo meno da parte mia il rispetto per l'autorità da Lei rappresentata.

Sono stato Residente nel Comune di XXXXXX dal 2006 al 2010.
Proprietario di un immobile sito in via XXXXXXXX 33.

Più volte, giustamente, negli ultimi anni, è stato recapitato all'attuale domicilio della mia ex moglie XXXXXXXXXXX ( residente a Palermo) un avviso di pagamento di I.C.I. arretrata, tributi di acqua e Rifiuti urbani ugualmente non pagati.

Ora, io sono assolutamente convinto che le tasse si debbano pagare.
Da questo punto di vista sono sempre stato un cittadino modello.
Il problema però è che tutte queste imposte, queste pendenze, accumulate dal 2008 fino alla conclusione della mia (nostra, familiare) residenza nel Vostro comune, non potranno mai essere pagate.
Almeno, non finchè non cambierà un piccolo ma importantissimo dettaglio, cioè che io o la mia ex moglie si trovi lavoro.

Lei, giustamente, non può essere al corrente di quella che è stata la nostra vicenda familiare ed economica, come giustamente non può essere di alcuna rilevanza ai fini del pagamento delle tasse (dovuto).
Eppure, cercando di sintetizzare, voglio illustrarla ugualmente, sperando ci si possa venire incontro in qualche modo almeno in nome di una qualche solidarietà umana.

Quando acquistai casa, nel dicembre del 2006, lavoravo per una cooperativa di servizi milanese, Apollo S.c.a.r.l. (forse ne avrà sentito parlare in relazione alle proteste di qualche anno fa presso l'Esselunga di Pioltello, dove appunto, lavoravo anche io).
In realtà la busta paga non avrebbe consentito l'erogazione di un mutuo da parte di Unicredit, troppo "magra" ma tant'è che in quel periodo i tassi di interesse erano bassi e i mutui sulla casa venivano concessi con facilità, ove invece ciò non accadeva, un modo "sottobanco" per spingere le pratiche si trovava, sempre.
La Kiron di XXXXXXXXXX fece appunto questo in nome dell'affare da mandare in porto.
"Gonfiò" la mia busta paga e così comprai la suddetta casa di Formigara.

Purtroppo però, nel maggio del 2007, un infortunio al ginocchio (non gradito dai miei datori di lavoro) causò il mio progressivo allontanamento dalla Cooperativa.
Non so se Lei abbia alcuna esperienza in questo campo, le cooperative non licenziano, semmai "allontanano", riducono le ore di lavoro fino a che l'operaio, stanco di ricevere buste paghe sempre più magre non decide di cambiare aria.

Ovviamente il risultato fu che dopo appena 6 mesi dalla stipula del mutuo, con molti mobili ancora imballati in casa, non riuscii a pagare le rate mensili.

Telefono tagliato, gas idem (passai gli ultimi 3 mesi del 2007 senza riscaldamento, senza acqua calda, senza poter cucinare, da solo, avevo mandato moglie e figlia in sicilia per "salvarsi" dalla situazione drammatica") e avvisi sempre più pressanti dell'Unicredit che minacciava ovviamente di levarmi l'immobile.
Senza soldi, senza lavoro, mi ero già messo in cerca di una nuova occupazione già da un po', ma l'auto si ruppe e, non potendola riparare, rimase da un meccanico vicentino (si ero arrivato anche fin lì per cercare lavoro) e lì restò, sequestrata coattamente per mancato recupero.

XXXXXXXXXXX non è propriamente un paese collegato perfettamente al resto della civiltà, lo sappiamo bene, per cui senza auto e senza altro, il lavoro era un'utopia irragiungibile, quindi collezionai molti NO ai colloqui e alle domande di lavoro.

Scappai, cos'altro avrei potuto fare?
Guarìi il ginocchio a palermo, a casa da mia madre.
Poi nel 2008 trovai un'occasione a Treviso, operaio chimico presso la Basf.
6 mesi di contratto e anche lì finì tutto.
Intanto cominciò la Crisi.
La banca mise in asta la casa di XXXXXXXXXXX.

Da allora, e Le risparmio ulteriori dettagli, ho vagato da lavori saltuari ad altri "a nero" fino ad oggi, tra Monza, Roma, Palermo, ma il massimo che io sia riuscito a guadagnare annualmente è stato nel 2013 con la ragguardevole cifra di 8400 euro.

Ovviamente, e non sto nemmeno a specificare come, posso dimostrare tutto.
Basta andare in un Caf per uno storico dei contributi.

Mia moglie invece, in pratica, non ha mai lavorato.

Ad oggi, non lavoro (nemmeno saltuariamente) dal giugno 2014.
Oltre che adattarmi ad ogni mansione (non sono uno choosy) sono anche un illustratore di libri e fumetti, ma questa attività non mi porta in tasca più di 500-1000 euro annui, spesso in forma di royalties erogate in micro-cifre da 100-200 euro quando gli editori decidono di pagare (anche con contratto).

Se Lei fosse al posto mio, avendo a malapena 200 euro in tasca di media al mese (quando va bene) pagherebbe le tasse o comprerebbe da mangiare per i suoi figli (la mia, XXX, compirà 13 anni il 12 ottobre e ha imparato a non chiedere mai nulla ai suoi genitori disgraziati... )?

Non sono una vittima, sia chiaro, errori ne ho fatti e ne continuo a fare nonostante tutto.
Come magari riuscirà a capire da queste righe, una cultura io l'ho, non sono l'ultimo degli ultimi, almeno in questo...
Ho fatto scelte sbagliate che si sono sommate tragicamente a quelle fatte dal sistema.

Ho cercato centinaia di volte di cambiare tutto e ricominciare da zero, la volontà non mi manca, nemmeno l'energia, ma al momento non cambia il dato di fatto che non posso pagare ciò che mi si chiede.

Adesso vivo a Palermo, Via XXXXXXXXX 29, ospite di mia madre.
Non possiedo nulla.
Vivo con ciò che mia madre stessa può passarmi, lei, pensionata, ex maestra elementare con mutuo (non ho padre), che mi dà una mano persino per comprare penne e quaderni per la scuola di mia figlia.

Non ho vizi, non ho hobby se non quello di scrivere e disegnare, non ho impegni, se non quello quotidiano di fare i conti col mio passato, di rinforzare le spalle gravate di tante responsabilità, di mandare domande di lavoro ovunque.
Ho 42 anni, a maggio 43, e non c'è più posto per me e quelli come me.
Non posso avere un sostegno alla disoccupazione perchè la legge Fornero mi taglia fuori (essendo un ex co.co.pro.) e il Jobs Act non include il mio profilo in quelli tutelati.
Non posso avere un sostegno all'abitazione perchè seppur la casa di XXXXXX sia stata assegnata all'asta ne risulto ancora intestatario per la cartolarizzazione che non posso cambiare (onerosa).

Non sono nemmeno uno che se ne frega (perdoni il frasario)... ho manifestato assieme ad altri disoccupati "over 35" la mia situazione pubblicamente, ricevendo addirittura la tessera ad honorem del PD di monza, invitato a destra e manca per tv e radio (Civati a Fermata Italia, Radioarticolo1 a Roma, La Repubblica, alla Rai per La Vita in Diretta...) ma non è mai cambiato nulla e ho smesso di affidare la mia vita alla politica.

Se vuole le prove cerchi pure "Superdisoccupato" su Google.
Sono io.

Mi trovi un lavoro, qualunque sia, una stanza dove poter dormire e io le pagherò tutto ciò che vuole.
In mancanza di ciò, non esiste altro con cui io possa assolvere ai miei obblighi.
Perchè lo Stato Italiano non può ricordarsi di me solo quando c'è da pagare.
Possiedo solo testa per pensare, braccia per lavorare e cuore per vivere.
Anzi, sopravvivere, perdoni il refuso.

la ringrazio per l'attenzione

distinti saluti



sabato 15 agosto 2015

Disoccupati Tv

Ci risiamo
Superdisoccupato ha ripreso il controllo, è ritornato nella mia vita.
Stavolta però credo che si sia munito di idee ed energie nuove di pacca.
Lo odio quando si mostra più determinato di me...
Così mi ha suggerito di riaprire il canale su Youtube, ha voluto che approntassi un set con telecamera e ha girato il suo primo (dopo 4 anni) video messaggio.
E' incazzato, più di prima.
E' risoluto.
Ha voluto anche che accettassi di collaborare alla sua idea folle: aprire una "Disoccupati Tv" in cui raccogliere i video-curriculum di altre persone come lui.
Io non so adesso quanto possa essere vincente questa idea, ma lo conoscete, lui è una testaccia dura, non si fermerà finchè non avrà realizzato il suo intento.
Non sarò certo io a fermarlo.
Quindi ecco qui il link alla pagina Facebook di Disoccupati TV

...E qui invece c'è il suo Video:




L'invito è chiaro:
Iscrivetevi al suo canale, commentate, condividete!

venerdì 27 marzo 2015

Reddito di cittadinanza, un vantaggio per tutti...



Oggi, prendendo spunto da un post di Civati  (che non commento in questa sede) letto stamattina voglio spendere due parole per ribadire un concetto che forse a molti sfugge ma che purtroppo, in assenza di certezze sull'occupazione e conseguente migliore qualità della vita, risulta basilare se si vuole realmente e realisticamente raggiungere un obiettivo di riforma e crescita del sistema "paese Italia".

Il reddito di cittadinanza è necessario.
E' vantaggioso, non solo per chi lo riceve, ma per tutti, dallo Stato che lo eroga, all'industria che produce, fino al panettiere sotto casa...

Una cosa che ancora si sottace è che ogni sconvolgimento della società, sia in positivo che in negativo, modifica tanti parametri basilari, per dirla in soldoni, nella società in cui viviamo tutto è collegato, tutto è parte di un meccanismo, interrompere il movimento di un singolo ingranaggio alla lunga blocca tutto.

Ecco perchè la presenza di diverse milionate di persone "non abbienti" in un paese come il nostro, dal futuro incerto, dalla precaria condizione economica, sempre in bilico tra scandali, corruzione e debito, è pericolosissimo, già lo è oggi ma domani questa situazione rischia di far crollare molti più muri.

Rendiamoci conto che è una catastrofe umana.
La stiamo già vivendo.
Non sta solo in tv o sulle pagine dei giornali, è qui, accanto a noi, nella porta accanto, se non in casa nostra.

Oggi, cinquantenni, quarantenni, trentenni, si ritrovano senza lavoro o, quando va bene, con lavori precari che non garantiscono un tenore di vita adeguato, con retribuzioni che a malapena possono essere definite "stipendi".
Definirle elemosine forse è già un eufemismo.

Generazioni di italiani che loro malgrado han dovuto ingoiare una pillola amara, che si sono ormai assuefatti a questa stortura che vede loro non andare mai oltre 700 euro di (media) al mese, e nemmeno per tanti mesi l'anno.

C'è di peggio.
Come se già tutto ciò non bastasse.
Cioè gente che non ha nemmeno quei pochi euro in tasca.
Molta gente.
Troppa.

Tutto il meccanismo rallenta, spesso si ferma.

Caro Renzi, mi verrebbe da dire, se pensi che con 80 euro in più in busta paga (avercela), debba ripartire l'economia, immagina cosa succederebbe se dessi 700 euro a chi non ha nulla.

La cifra la butto lì, perchè è la stessa che io ho percepito per 3 anni di lavoro con contratto a progetto e che mi ha lasciato senza nulla in mano, senza aver costruito nulla.
Ma la butto lì lo stesso, magari qualcun altro al posto mio l'avrebbe fatta fruttare meglio.

Quando milioni di persone si ritrovano una cifra simile è consequenziale che riparta tutta una serie di situazioni che altrimenti sarebbero ferme.
Soldi nei conti bancari, quindi commissioni per pagamenti e prelievi.
Maggiore capacità di spesa per famiglie.
Migliore qualità della vita, meno malattie "lievi" quindi meno medicine e cure a carico della sanità pubblica.

Più soldi in tasca potrebbe significare anche più viaggi, più pizze al sabato, più cinema, più abbonamenti tv (per assurdo), più bollette pagate, meno prestiti insoluti, meno case all'asta, meno gente in fila alla Caritas.

Chiedete ai City Angels e a Mario Furlan quanta gente "insospettabilmente povera" ha affollato le mense per indigenti negli ultimi anni.

Le coperture, se si vuole, si trovano.
Non venite a dirmi che non ci sono.
Tra tutte le spese assurde di questo paese, ce ne saranno alcune che possono essere sacrificate per poter fare finalmente una cosa giusta, che fa bene a tutti.

Quando il cittadino spende, i soldi, caro Renzi, ritornano e producono altri soldi.

Altrimenti il futuro dell'italia non sarà roseo.
Tra qualche anno, sarà il caso di riformare la Costituzione in maniera più radicale, iniziando dall'articolo 1...
che reciterà " L'italia è una Repubblica pseudo-democratica, fondata sulla povertà di molti e sulla ricchezza di pochi".
Dite che è già così?
Prendo nota, ma non mi rassegno.

In fede

Il Superdisoccupato.




mercoledì 18 marzo 2015

Vuoi la casa? Aiutami a costruirla...e poi lavora da noi.



Sono un inguaribile romantico e non soltanto.
Non potendo nutrirmi delle promesse che la società civile mi fa da quando son nato, imperterrito, mi nutro di utopie.
Lasciatemelo fare, almeno questo.

Immaginate un palazzo di abitazione popolare, senza troppi fronzoli, ma tecnologicamente adatto alle vere esigenze moderne della vita quotidiana.
Cablato per la fibra ottica, ascensori mediamente decenti, riscaldamento autonomo in ogni abitazione, pannelli solari, attrezzature per riciclaggio dei rifiuti, garage con autorimessa, cantine, videocitofoni, pulizia scale e zerbini con scritto "Salve" davanti alla porta di ogni appartamento.
Un condominio mediamente grande, magari in grado di ospitare dalle 50 alle 100 famiglie, magari di più.
Monolocali ampi e luminosi per single, bilocali per coppie, quadrilocali per famiglie medie.

Immaginate che al piano terra non vi siano i classici negozietti, ma tra un portone e l'altro due o quattro centri commerciali di quelli tosti, tipo Auchan, coop, Esselunga e roba simile.
Magari diversificati nell'offerta, tipo un mediaworld e che sò, un Decathlon, per fare qualche esempio.

Immaginate ora che il palazzone in questione sia stato costruito in compartecipazione da questi colossi della grande distribuzione e lo Stato (in tutte le sue forme, comune o regione - le provincie non le nomino, si dice che non ci siano più).

Immaginate pure che chi lo abita lavori all'interno di questi centri commerciali.
Loro e solo loro, senza alcun intervento esterno, eccetto magari i dirigenti.

Provo persino ad ipotizzare che per incentivare l'investimento si sia concesso per un tot anni alle sopracitate aziende la fornitura in esclusiva di mense e servizi statali.

Immaginate poi che fin dall'inizio la manovalanza generica utilizzata per costruire sia stata presa dalla gente stessa che vi abiterà e lavorerà

Finchè abiti lì, lavori lì.
Finchè lavori lì, abiti lì.

Casa e lavoro nello stesso luogo.
Zero perdite di tempo nello spostamento, zero inquinamento, zero consumi energetici abbinati, zero assenze per finte malattie, zero more e sfratti per mancati pagamenti degli affitti, zero disoccupazione in zona, zero criminalità, affari a go go.

Senza discriminazioni o prelazioni.
Tutti uguali, italiani, stranieri, tutti insieme, stesse possibilità, stessi sforzi, stessi doveri, stessi diritti.

La globalizzazione la si potrebbe cavalcare per produrre una vera crescita.
Grandi opere?
No, solo opere grandi, che fanno bene a tutti, a chi le usa, a chi le fa e a chi investe.

Io la butto lì, magari si può fare.
 Metto dentro anche un altra offerta:
Strade e logistica varia tutte attorno affidate con lo stesso concetto a chi costruisce automobili.
Le auto? Elettriche, possibilmente.
Magari non acquistate, ma anche affittate, assieme agli appartamenti...

Io la butto lì.
Cosa mi costa...
Cosa ci costa sognare un po'?
Magari domani ci si sveglia ed è realtà.

In fede

Il Superdisoccupato